

Arpepe: Scopri le case vinicole valtellinesi
- 04/07/2019
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- Chicco
- Case vinicole
Arpepe, o meglio la famiglia Pelizzatti Perego, produce e vende vino dal lontano 1860. Questo è testimoniato da uno scritto di un cliente elvetico di quel periodo. Vuoi acquistare il vino di AR.PE.PE? Contattaci indicando il nome e la quantità di bottiglie che ti servono e, nel giro di poche ore, ti invieremo la nostra migliore offerta!
Pensate che nel 1973 Guido Pelizzatti decise di vendere cantina, bottiglie e marchio (tranne le vigne, proseguendo la lettura capirai il perché) ad un grande gruppo che opera nel settore alimentare: Winefood. Questa scelta fu dettata dal fatto che solo uno dei 4 figli (il buon Arturo) era interessato a proseguire l’attività di famiglia.
Questo è solo l’inizio della storia… ti consiglio di proseguire la lettura se vuoi scoprire come è nata AR.PE.PE, una tra le migliori case vinicole valtellinesi.
Ora non ti resta che prenderti 10 minuti di tempo e metterti comodo. Buona lettura.
- Anno di fondazione: 1984
- Ettari lavorati: 15, di cui più di 11 di proprietà
- Conferitori: 2 nella zona dell’Inferno (che vengono seguiti dall’inizio alla fine e della stagione e che eseguono le stesse tecniche di lavorazione e trattamenti)
- Bottiglie prodotte per anno: 100.000 (mediamente in base alle annate)
- Età media delle viti: 50 anni
- Vitigni: 98% Nebbiolo e 2% Rossola.
- Resa media: 60 quintali/ettaro
- Ore di lavoro in vigna: 1.000 ettaro (1.200 se si conta anche la vendemmia)
- Lavoro in vigna: Totalmente manuale.
- Impianto d’irrigazione: no
La vita è troppo breve per bere vini mediocri.
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A metà degli anni ’70 la famiglia Pelizzatti produceva e vendeva perlopiù vini sfusi ma aveva anche una piccola produzione di grandi riserve in borgognotta (un tipo di bottiglia da vino) che erano destinate ai clienti esteri più facoltosi ed esigenti (americani, australiani e svizzeri).
Pensate che questa casa vinicola aveva una capacità d’invecchiamento in cantina di 6.000.000 di bottiglie (numeri decisamente importanti per l’epoca). Si trattava di vini prodotti solo nelle annate migliori, affinati fino a 10 anni e quotati quanto il più blasonato Barolo.
Fortunatamente Guido Pelizzatti – conoscendo il grande valore delle sue proprietà – non cedette le vigne ma le divise intelligentemente tra i figli che le affittarono per alcuni anni (più precisamente nove) alla Winefood. In questo periodo purtroppo la nuova gestione perse molti dei suoi migliori clienti, insoddisfatti e scontenti di non trovare più nel marchio la qualità e il pregio che aveva contraddistinto i Cru degli anni ’60.
Proprio per questo motivo e per la mancata condivisione di alcune scelte strategiche del gruppo, Arturo Pelizzatti dopo essere stato direttore di questa nuova realtà per qualche tempo, decide di andarsene e ripartire da zero fondando ARPEPE nel 1984.
La fonte che ci ha permesso di elaborare questo articolo è l’intervista contenuta nel libro “I Luoghi del vino di Valtellina” di Dario Benedetti, Cooperativa Editoriale Quaderni Valtellinesi, Sondrio anno 2019.
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AR.PE.PE nel 1984 lavorava circa 7 ettari di vigne e produceva solo una etichetta: Rocce Rosse. Quando l’annata non era considerata favorevole vendeva le uve e il vino sfuso ad altre cantine della valtellina. Nuove etichette arrivarono intorno la fine degli anni ’80: Buon Consiglio e Vigna Regina. Successivamente fu il turno di Stella Retica e Rocca de Piro.
Da inizio degli anni 2000 Arturo Pelizzatti viene affiancato in azienda dai figli: Isabella, laureata in scienze e tecnologie alimentari, e Emanuele. Gli eredi ad oggi lavorano duramente per raccogliere il testimone e confermare la solidità e il prestigio di questa straordinaria casa vinicola valtellinese.
Attualmente la produzione di AR.PE.PE conta 11 etichette che potremmo suddividere in 4 macro gruppi. Vediamoli qui di seguito:
- Rosso di Valtellina – Nato dalla vendemmia 2003, anno in cui tutta la produzione di Arpepe venne destinata a questo vino più giovane e semplice a causa della bassa acidità dei vini. Il Rosso di Valtellina è prodotto da uve provenienti dalla fascia altimetrica più bassa della zona della Sassella (circa 300/400 metri sul livello del mare). Vinificato in legno rimane tra i 6 e i 12 mesi nei tini tronco-conici e 6 mesi in bottiglia (questo prima di essere bevuto).
- I Valtellina Superiore – Nello specifico parliamo di: Sassella Stella Retica, Grumello Rocca de Piro, Inferno Fiamme Antiche e Il Pettirosso. Le vigne sono localizzate a medie altitudini (tra i 400/500 metri). Sono vini prodotti in annate in cui i parametri di maturazione suggeriscono una vinificazione e un affinamento che esaltino i tratti giovanili del Nebbiolo delle Alpi. Oppure quando le uve hanno la buccia un po’ più sottile, per questo motivo non ci si può permettere lunghe macerazioni. Talvolta si sceglie di svinare ancor prima che sia terminata la fermentazione alcolica per evitare di estrarre solo tannini amari e fecce. Prima della definitiva messa in commercio, l’invecchiamento di questi vini è tra i 12 e i 24 mesi tra tini e botti grandi e 12 mesi in bottiglia.
- Le Riserve o Cru – In questo caso parliamo di: Sassella Rocce Rosse, Sassella Vigna Regina, Grumello Buon Consiglio, Grumello S. Antonio, Inferno Sesto Canto. Le vigne sono localizzate anche qui a medie altitudini (tra i 400 e i 500 metri). Su questi vini, se ci sono le “caratteristiche di buccia” tali da consentire lunghissime macerazioni (che pensate possono arrivare anche fino a 130 giorni), vengono fatte vinificazioni per singolo vigneto. Prima di uscire dalla cantina viene affinato tra i 3 e i 5 anni in tini e botti grandi e almeno 3 anni in bottiglia.
- Ultimi raggi – Vigneto a 550/600 metri, il più alto rispetto a quelli menzionati fino ad ora. Qui la cura dei dettagli è molto importante. Perché? Le uve vengono raccolte tra la metà e la fine di novembre (circa 1 mese dopo la normale vendemmia) solo in annate che vengono considerate perfette. Le quote altimetriche elevate sono un presupposto fondamentale per una sanità delle uve.
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Chicco
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