

Cavatappi: come si usa e quale scegliere
- 11/06/2019
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- Chicco
- Vini Cultura
Il cavatappi, nato all’incirca tre secoli fa, si è diffuso insieme al diffondersi dell’utilizzo dei tappi in sughero e ha stimolato la fantasia degli inventori che, da allora ad oggi, ne hanno ideati migliaia di modelli. Si parte dai più semplici come ad esempio un succhiello a vite da infilare nel tappo, passando per quello a farfalla, arrivando agli apribottiglie a leva, a doppia spirale o al più recente Screwpull.
Questi sono gli argomenti che troverai in questo post:
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Il nome Cavatappi comparve per la prima volta su un vocabolario nel lontano 1846, ed è da allora che è la versione italiana della definizione francese tire-bouchon (letteralmente cava-tappi).
Uno degli elementi essenzali per la corretta funzionalità dell’apribottiglia è sicuramente la spirale, chiamata anche in alcuni casi “verme”. Deve essere abbastanza larga e lunga perlomeno 6/7 centimetri, arrotondata nella parte inferiore e piatta in quella superiore e avere un bordo non tagliente.
Consigli pratici
Qui trovi qualche consiglio su quali cava tappi sarebbe meglio utilizzare (sono solo dei suggerimenti, mi raccomando prendili come tali).
- Da evitare gli apribottiglie a trazione manuale. Perché? Come prima cosa richiedono sforzi eccessivi con una conseguente agitazione della bottiglia e l’inevitabile intorbidamento del vino.
- Sconsigliati, anche perché di difficile utilizzo, anche i cavatappi a lame parallele, che si introducono fra il collo della bottiglia e il sughero ed estraggono il tappo per torsione.
- Il cavatappo a leva è sicuramente quello più funzionale, non a caso è quello che viene più utilizzato da professionisti del settore come sommelier.
- Negli ultimi anni si è fatto largo anche lo Screwpull
, questo sicuramente grazie alla sua efficacia. La sua peculiarità è che passa il tappo da parte a parte senza danneggiarlo, questo grazie ad una spirale continua e particolarmente lunga. In commercio ne esistono di due tipologie: una economica e una più costosa e ricercata che espelle il tappo dopo averlo estratto.

Durante l’operazione di stappatura ti potrà capitare, specie con un vino molto vecchio, che il tappo di sughero si spezzi. Cosa fare? La soluzione migliore è spingerlo nella bottiglia per poi estrarlo con l’apposito attrezzo a T.
In caso di spumante sigillato con tappo a fungo e con la testa che fuoriesce dal collo della bottiglia, il discorso cambia. Dovrai, dopo aver rimosso la gabbietta, smuovere il sughero con le apposite pinze e quindi continuare l’operazione con attenti movimenti rotatori. Questo lo devi fare senza agitare la bottiglia e cercando di mantenerla il più possibile in posizione inclinata. A un certo punto la pressione dello spumante spingerà per espellere il tappo con violenza… questo è in momento in cui devi cercare di controllarne la veemenza, assecondando la fuoriuscita del liquido senza farti sfuggire dalle mani la bottiglia.
Queste sono le principali informazioni che devi conoscere sugli apribottiglie, ora ne conosci le tipologie e sai anche quali è meglio evitare e quali invece sono ideali per stappare nel migliore dei modi le tue bottiglie.
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E’ tutto chiaro o c’è qualcosa che vorresti chiedere o sapere sui cavatappi?
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Chicco
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