

Rainoldi: Scopri le case vinicole valtellinesi
- 28/06/2019
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- Chicco
- Case vinicole
Rainoldi è un’azienda vinicola di lungo corso in Valtellina. Nasce nel 1925 da una famiglia umile originaria di Ponte in Valtellina in provincia di Sondrio (più precisamente di Arigna, una piccola frazione di montagna). Vuoi acquistare il vino di questa cantina? Lo trovi qui: Rainoldi vini
Tutto ha inizio grazie alla volontà e il coraggio di Aldo Rainoldi (nonno omonimo dell’attuale proprietario). A quei tempi in famiglia già si respirava aria di commercio visto che il padre di Aldo commerciava diversi generi di beni tra cui: patate, legna, vini e molto altro ancora.
Rainoldi ebbe la felice intuizione di concentrare tutti i suoi sforzi e le sue energie sul vino. Perché? La risposta a questo quesito è molto semplice. Il vino era, e lo è tutt’ora, un prodotto che garantisce nel tempo una continuità di guadagno.
Qui di seguito trovi riassunte le informazioni principali relative la casa vinicola Aldo Rainoldi.
- Anno di fondazione: 1925
- Ettari lavorati: 9,7
- Conferitori: Più di 70
- Bottiglie prodotte per anno: 180.000
- Età media delle viti: 50 anni
- Vitigni: Chiavennasca, Sauvignon Blanc, Rebo e Merlot (questi due solo a livello sperimentale)
- Lavoro in vigna: Prevalentemente manuale, fatto salvo conoidi e girapoggio
- Impianto d’irrigazione: solo in qualche impianto recente nella fase di allevamento delle barbatelle
La vita è troppo breve per bere vini mediocri.
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Rainoldi acquistava il vino dai contadini valtellinesi – nello specifico a Triasso zona Sassella e ai Dossi Salati nel Grumello – per poi portarlo in quel di Chiuro per terminare la fase di affinamento.
Iniziò così negli anni ‘20, con il prezioso aiuto del fratello, la costruzione della cantina Rainoldi vini. E’ importante precisare che il vino in quegli anni veniva venduto perlopiù sfuso e generalmente era destinato a famiglie dei comuni di Livigno e Bormio.
Pensate che, per raggiungere l’alta Valtellina, l’unico mezzo di trasporto era un carretto trainato da un cavallo e il viaggio – se non si verificavano degli imprevisti – durava almeno 3 giorni. Pensate all’impegno e al sacrificio sostenuto dagli uomini di quel tempo.
La fonte che ci ha permesso di elaborare questo articolo è l’intervista contenuta nel libro “I Luoghi del vino di Valtellina” di Dario Benedetti, Cooperativa Editoriale Quaderni Valtellinesi, Sondrio anno 2019.
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Nel processo di crescita della casa vinicola uno dei fattori che contribuirono maggiormente fu l’acquisto del primo automezzo – un camioncino – che servì anche a convincere il primo figlio di Aldo Rainoldi, Giuseppe, ad affiancare il padre nell’attività.
Giuseppe Rainoldi ha il grande merito di aver determinato un nuovo corso dell’azienda alla fine degli anni ‘50. Per quale motivo? Fu lui che decise di privilegiare l’acquisto delle uve anziché del vino. Questo per imprimere alla produzione un salto qualitativo necessario e indispensabile per sbarcare su nuovi mercati.
Pensate che già negli anni ‘70, la casa vinicola Rainoldi, esportava in Germania, Giappone e negli Stati Uniti d’America.
La produzione attuale pensate è di circa 2000 q.li di vinificato, che corrispondono a circa 180.000 bottiglie all’anno. Un terzo di queste sono prodotte con uve provenienti da vigne di proprietà (acquisite abbastanza recentemente), mentre la quota rimanente viene prodotta grazie all’apporto dei conferitori locali (che ricordiamo sono più di 70).
La casa vinicola Rainoldi, a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90, fu una delle prime in Valtellina a capire che la cultura viticola si stava elevando notevolmente e che la direzione giusta da prendere era quella di puntare sulla qualità e non sulla quantità. Proprio per questo motivo oggi si attestano vendemmie con quantitativi decisamente inferiori rispetto al passato.
Per Aldo Rainoldi la tecnologia in cantina e in vigna – se ben gestita e non subita – è di grandissimo aiuto per svolgere meglio il lavoro e ottenere ottimi risultati. In questa azienda tutto ciò che contribuisce a migliorare e sviluppare la produzione e a fare un vino più buono è ben accetto.
Rainoldi coltiva quasi esclusivamente Chiavennasca e Sauvignon Blanc per i vini bianchi. Pignola e Rossola, che sono altre due varietà della zona, vengono utilizzate marginalmente per la preparazione della base degli spumanti. La Brugnola invece è pressoché assente dalla vinificazione perché matura troppo anticipatamente rispetto alle altre.
Se parliamo di identità dei vini, per molto tempo, la casa vinicola Rainoldi ha puntato su vini che dovessero avere più struttura. Oggi invece le cose sono cambiate e la direzione presa dall’azienda è quella di ricercare maggiore equilibrio e freschezza (ovviamente senza rinunciare mai al carattere e al corpo che contraddistingue il vino valtellinese). Rainoldi vini = Qualità. Provali e ne avrai la conferma!
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Chicco
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